Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) è una caratteristica che permane lungo tutto il corso della vita dell’individuo e, anche se assume diversi gradi di espressività in funzione della sua gravità e si compensa nel corso del tempo, può continuare ad avere delle conseguenze importanti sulle scelte di vita dell’adulto.
Tuttavia ad oggi la valutazione in età adulta risulta più difficile da ottenere a causa della mancanza di servizi diagnostici specializzati, nonostante sia una realtà in continua evoluzione.
In uno studio longitudinale condotto da Michelsson, Byring e Bjorkgren (1985) su un campione di 26 dislessici adulti, che hanno ricevuto la diagnosi di dislessia in adolescenza e che hanno mostrato il permanere delle difficoltà di lettura, solo 1 soggetto su 26 ha intrapreso la carriera universitaria, il 62% ha completato la scolarità obbligatoria e il 34,2% ha abbandonato la scuola per immettersi nel mondo del lavoro.
La dislessia, dunque, può causare serie difficoltà nella vita di tutti i giorni per gli adulti, condizionando lo sviluppo dell’identità personale e la scelta di quale percorso accademico o professionale futuro scegliere, specialmente per chi vuole proseguire con gli studi.
In uno studio di Hatcher et al. (2002) sono stati confrontati studenti universitari dislessici e non; tale confronto ha messo in luce che, nonostante i dislessici abbiano “compensato” le loro difficoltà nel corso degli anni, permangono: bassa velocità di lettura, difficoltà nei compiti di spelling, espressione scritta poco articolata, difficoltà in compiti di memoria a breve termine e processamento lento.
Ne conviene che la lentezza nella decodifica rimane una delle caratteristiche principali in un individuo con DSA, mentre l’accuratezza migliora in relazione alla scolarità; permangono, inoltre, difficoltà nei compiti di spelling ed espressioni scritte poco articolate. Ciò può determinare negli studenti dislessici forti reazioni emotive, quali mancanza di fiducia, bassa autostima, vissuti ansiogeni, basso tono dell’umore e un incremento del livello di frustrazione.
La diagnosi di DSA in età adulta può essere vissuta come un momento di spiegazione e liberazione di tutte le difficoltà scolastiche avute e tutto può acquisire un significato diverso. L’individuo può acquisire una nuova chiave di lettura di sé stessi, focalizzandosi sulle proprie potenzialità e trovando strategie per affrontare queste difficoltà quotidiane in modo più funzionale, così da favorire un maggiore benessere personale e sociale.
Inoltre, in base a quanto riportato dai numerosi studi in letteratura, sempre più studenti con DSA intraprendono il percorso universitario determinando la possibilità di accedere a specifiche iniziative relative ai DSA, all’adozione di strumenti compensativi e dispensativi e all’accesso di programmi di intervento-sostegno adeguato e personalizzato, in linea con quanto previsto dal Decreto Legge n°170 dell’ 08/10/2010, dalle Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento (Allegata al Decreto Ministeriale del 12/07/11) e dalle Linee Guida CNUDD (2014).
Varie possono essere le motivazioni specifiche per richiedere una valutazione DSA. Di seguito le più frequenti sono:
In linea con le raccomandazioni cliniche sui DSA (PARCC 2011), conoscere in modo accurato i propri punti di forza e di debolezza favorisce l’integrazione di una nuova visione narrativa del sé, in cui il significato del DSA assume una collocazione realistica e serena, favorendo l’empowerment dell’individuo, al fine di raggiungere l’obiettivo di una vita che fiorisce (Seligman, 2011).
Dott.ssa Denise Scialoia
Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale