Numerose e frequenti risultano essere le aspettative che le persone provano quando si trovano ad intraprendere un percorso di psicoterapia, spesso investendo lo psicoterapeuta di una serie di ruoli e attese che vanno al di là delle sue reali possibilità.
Sempre più comune, infatti, è la richiesta di avere “ricette magiche” in grado di sciogliere matasse aggrovigliate e accumulate da anni addietro, per di più in tempi brevi.
Maggiore confusione, inoltre, viene generata dalla visione di film che mostrano una figura buffa dello Psicoanalista (e non dello Psicologo Psicoterapeuta) che usa i lettini su cui far sdraiare i pazienti, legge nella loro mente e ascolta passivamente le loro lamentele, addormentandosi per giunta con un notebook fra le mani.
Eppure è importante sottolineare che le aspettative del paziente sono importanti per il successo di una psicoterapia, qualunque sia il suo orientamento.
A conferma di quanto detto, uno studio del 2010 si è focalizzato su una serie di interviste a 18 pazienti con Diagnosi di Disturbo d’Ansia Generalizzata che hanno svolto 8 sessioni (14 ore) di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT). Di questi, 9 pazienti hanno terminato la terapia positivamente e 9 l’hanno interrotta senza avere benefici.
Dalle interviste è emerso che la stragrande maggioranza dei pazienti (84%) ha dichiarato che la CBT non è stata come l’avevano immaginata.
Nello specifico, i pazienti soddisfatti hanno affermato che erano stati piacevolmente sorpresi dal fatto che il terapeuta era collaborativo e non giudicante e avevano avuto l’opportunità di dirigere la terapia scegliendo di cosa parlare. Del processo terapeutico, i pazienti con esito positivo sentivano, con loro sorpresa, che potevano fidarsi del terapeuta, sentirsi a proprio agio e che avevano imparato più di quanto si aspettavano.
Non sorprende, invece, che i pazienti con risultati sfavorevoli hanno affermato di essere stati delusi dal processo terapeutico, non incolpando il proprio terapeuta, ma attribuendo la mancanza di progressi ai limiti di tempo, alla loro cattiva salute, alle proprie aspettative irrealistiche o al loro fallimento nel ricordare le tecniche.
Sia i pazienti con esito positivo che quelli con esito sfavorevole hanno affermato di aver lavorato più duramente in terapia di quanto avessero previsto.
Il 16% dei pazienti ha dichiarato che la terapia è stata esattamente coerente alle loro aspettative. Un paziente di questo gruppo ha riferito che si aspettava che il terapeuta avrebbe trovato la causa dei suoi problemi e così è stato.
I risultati di questo studio avvalorano un concetto importantissimo che noi Psicoterapeuti viviamo costantemente: la disconferma dell’aspettativa nella CBT, in particolare delle aspettative negative per il terapeuta e per il processo terapeutico, è un fenomeno comune e potenzialmente potente nelle esperienze dei pazienti con buoni risultati. Le aspettative realistiche e positive, infatti, tendono a precedere i buoni risultati.
Pertanto, è importante sottolineare che il terapeuta non ha la bacchetta magica e che i risultati possono realizzarsi solo se il paziente sia pienamente:
È solo mediante questi tre presupposti che il paziente possa beneficiare dell’efficacia ed efficienza della psicoterapia e raggiungere il cambiamento desiderato.
Riferimenti bibliografici:
Psychotherapy Research, 20 (4), 436-446 DOI: 10,1080 / 10503301003657395
Dott.ssa Denise Scialoia
Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale