Genitori e Adolescenti: Vademecum per una Discussione Positiva

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Con l’ingresso dell’adolescenza i ragazzi entrano in un processo di crescita volto alla conquista di una sempre maggiore libertà. Questo cambiamento determina una fase delicata anche per i genitori, divenuti consapevoli che con le modalità finora adottate diventa difficile gestire i nuovi conflitti e a comprendere le esigenze peculiari del figlio adolescente.

In questa fase di cambiamento emergono diverse paure e le discussioni diventano spesso delle vere e proprie liti, trasformando la relazione tra genitori e figli in un braccio di ferro, doloroso e sfiancante, per la conquista di “nuovi diritti” e di una maggiore autonomia.

Non è certamente facile il dialogo con i figli adolescenti: il linguaggio spesso si riduce a pochi monosillabi: “sì”, “no”, “forse”, “non so”; le richieste diventano sempre più numerose e pressanti e spesso i “no” determinano bronci e chiusure che portano il figlio ancora di più a chiudersi a riccio; la contestazione delle idee degli adulti è quasi un obbligo morale, a cui ogni adolescente sente di non dovere e non poter rinunciare, e si tende a vedere come unici soggetti di dialogo i propri coetanei.

Ne risulta che, in questa fase della crescita così particolare, l’uso del dialogo è di importanza primaria e presupposto di base è la vicinanza dei genitori, modulata intorno al nuovo individuo adolescente.

Cosa dire durante una discussione?

Al fine di poter affrontare al meglio una discussione, una comunicazione positiva prevede l’applicazione delle seguenti regole:

  1. Chiedere all’altro se è disposto ad ascoltare; se non lo è, indicare quando lo sarà.
  2. Uno dei due comincia a parlare e l’altro si limita ad ascoltare.
  3. Esprimere le lamentele in questi termini:
  • descrivere fatti concreti;
  • evitare di offendere o svalutare l’altra persona;
  • chiedere cambiamenti concreti;
  • descrivere le proprie emozioni.
  1. In ogni discussione va affrontato un solo problema alla volta.
  2. Dopo che è stato raggiunto un accordo, l’altra persona dovrebbe ripetere con le proprie parole la conclusione a cui si è arrivati.
  3. Dopo che uno dei due ha terminato di parlare, si invertono i ruoli, per cui chi ha parlato per primo adesso resta ad ascoltare.
  4. A turno, genitore e figlio esprimono come vorrebbero che l’altro si comportasse.

Cosa non dire durante una discussione?

È necessario scegliere un linguaggio rispettoso e costruttivo, che non stimoli nell’altro posizioni difensive o aggressive per evitare conflitti accesi. Nello specifico andrebbe evitato quanto segue:

  1. Interrompere mentre l’altro parla;
  2. Insultare l’altro;
  3. Alzare la voce;
  4. Rievocare le cose accadute in passato;
  5. Andare fuori argomento;
  6. Usare le parole “sempre”, “mai” e “devi”.

Il conflitto con i genitori in adolescenza è inevitabile e funzionale allo sviluppo della personalità dell’adolescente. Tuttavia, è compito del genitore monitorare e gestire la discussione in maniera positiva e costruttiva, nonché, proponendosi come un modello positivo, saper mantenere un atteggiamento accogliente e pronto all’ascolto così da prevenire eventuali disagi e a ridimensionare problemi che sembrano insormontabili.

L’adolescenza è periodo di cambiamento e anche il malessere può essere in evoluzione; laddove questo dialogo fosse difficile da gestire, sarebbe opportuno affidarsi ad un professionista, il quale, in un momento di difficoltà, potrebbe aiutare l’adolescente a dare un senso a ciò che vive e a prevenire l’insorgere di un malessere maggiore.

Riferimenti bibliografici: Di Pietro M. e Bassi E. (2013). L’intervento Cognitivo Comportamentale per l’età evolutiva. Strumenti di valutazione e tecniche per il trattamento. Edizioni Centro Studi Erickson. Trento.

Dott.ssa Denise Scialoia
Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale

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