Come aiutare i bambini durante l’emergenza Coronavirus: i consigli della psicologa

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I consigli dell’esperta per un approccio corretto e il più possibile sereno dei bambini con la situazione di emergenza e lo stravolgimento delle abitudini di vita.

Di Antonella Russoniello

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13 Marzo 2020 – 6:00

Stanno circolando in Rete dei simpatici video come quelli che trovate in calce a questo articolo che hanno come protagonisti dei bambini che spiegano, con l’efficacia della semplicità infantile, l’attuale emergenza legata al Coronavirus e come affrontarla.

Privati della rassicurante cadenza della routine scolastica, i più piccoli devono affrontare oltre allo stress del cambiamento improvviso, la ricaduta delle informazioni che arrivano dai media e la paura per un nemico nuovo e invisibile. Arduo il compito di genitori e nonni, chiamati a essere tranquillizzanti ma anche plausibili nelle spiegazioni, abbiamo perciò chiesto qualche consiglio alla dott. Carmen Guarino, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e mamma di due bambini. Dal 2005 al 2016 è stata consulente presso l’Unità Operativa Complessa Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL Avellino. Svolge attività di psicologa clinica,  psicoterapia, consulenza per l’età evolutiva e psicodiagnostica in rapporto libero professionale per privati e per istituzioni dell’area territoriale avellinese Carmen Guarino, psicologa e psicoterapeuta.

Dottoressa Guarino, come affrontare la «quarantena tutelativa» con i bambini a causa della pandemia Coronavirus?

«Video simpatici e molto esplicativi su cosa sia il Coronavirus e come fronteggiarlo con tutte le norme comportamentali igieniche ce ne sono tanti; devo dire anche molto efficaci e simpatici. La mia riflessione si fa più profonda e complessa e pure tormentata quando penso ad un altro aspetto di questa vicenda (che a tratti sembra surreale): come spiegare e far vivere ai bambini tutto questo tempo in cui le loro routine così tanto consolidate debbano essere sospese, interrotte in un tempo poi indefinito rispetto al quale neppure noi adulti possiamo dare una risposta; quando finirà? Quando potrò tornare a scuola? Quando potrò vedere i miei amichetti? Quando potrò vedere i nonni?? “E’ tanto tempo che non vedo i nonni come mai?” chiede costantemente Mia, tre anni e mezzo, alla mamma psicologa si stringe il cuore, la bambina ne sente il  bisogno, sono le sue radici, le sue routine affettive. Cosa starà pensando una bambina di tre anni e mezzo? Sono spariti? Sono malati? Il giorno dopo chiede al papà : “Ma i nonni hanno il coronavirus?”. Dobbiamo dunque prevenire gli effetti psicologici della quarantena, che potrebbero essere ansia generalizzata, insonnia, stress post traumatico, depressione, sentimenti di  rabbia e paura».

Quindi cosa consiglia di fare?

«Dire ai bambini la verità, in forma chiara e semplice utilizzando parole adeguate alla loro età cognitiva-cronologica Ad esempio, se si tratta di bambini di 3-6 anni, possiamo dire: «Per un poco i nonni li vedremo solo con le video chiamate, ci faremo raccontare tutto ciò che stanno facendo, ci daremo un appuntamento tutti i giorni allo stesso orario». Ricreiamo la routine non interrompiamo il flusso affettivo e diamo prova ai bambini che i nonni stanno bene, saremo solo separati per un poco per non prendere questa “brutta influenza coronavirus”. Lo stesso si può fare con gli amici per i più grandicelli, 7-10 anni, organizzando chiamate di gruppo ad orari stabiliti dove possono parlare di un argomento ogni giorno, magari scelto a turno da ognuno di loro. Cercare di fare brevi passeggiate o stare un poco al sole sul balcone quando possibile, migliora i ritmi sonno veglia aiuta l’umore. Cercare di non “sfasare” i cicli circadiani , andare a dormire sempre alla stessa ora e svegliarsi sempre alla stessa ora come quando si va a scuola. Darsi di compiti di gruppo, lavoretti, cartelloni organizzarli con i genitori, condividerli commentarli con video e foto. Mangiare bene , non sovralimentarsi. Dedicare tempo visto che ne abbiamo in più a cucinare cibi freschi e mangiare più frutta e verdura. Seguire se si vuole coinvolgere il bambino il menù che aveva a scuola che generalmente viene stilato dai pediatri. Cercare di fare attività fisica in casa, ascoltare musica, ballare. Filtrare le notizie e le cose che vedono in tv. Inventarsi tante attività per non farli iper-connettere alla tv ed ai videogiochi. Insomma iper connessi si ma di video chiamate e telefonate, sfruttiamo i canali comunicativo-relazionali che possiamo, lo sguardo, la voce, la prosodia, il sorriso, l’ottimismo, solo così possiamo colmare questo solco relazionale che inevitabilmente ci sta cambiando e ci cambierà, facendoci capire ancora di più di quanto abbiamo bisogno di contatto, di quanto è bello stare con gli altri e condividere».

Altra iniziativa molto indicata è quella di preparare un grande dipinto su un lenzuolo o un grande foglio bianco con su scritto “Tutto andrà bene” nei colori dell’arcobaleno. Un messaggio potente da tenere sempre sott’occhio per ricaricarsi di positività quando occorre e ora è più necessario che mai.

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